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Ricette degli chef – pane indiano

Pane indiano – Chapati

ricetta dello Chef Massimo Riccioli per il ristorante La Rosetta – Roma
dedicata allo spettacolo Le invisibili di Giordano-Ravera per “Assaggi di Teatro

[continua]

Ricette degli chef – pesce

Seppiette con cous cous, broccolo romano, nero di seppia
e peperoncino giallo

ricetta dello Chef Massimo Riccioli per il ristorante La Rosetta – Roma
dedicata allo spettacolo Le invisibili di Giordano-Ravera per “Assaggi di Teatro

[continua]

Ricette degli chef – vegetariane

Variazione di asparagi: 
Asparago pastellato con salsa di mentuccia
Asparago bianco con salsa di peperone arrostito
Asparagina con citronette ai grani di mostarda

ricetta dello Chef Alfonso Iaccarino – ristorante Don Alfonso 1890
S. Agata sui due Golfi (NA)

dedicata a I ponti di Madison County di L. Salveti per “Assaggi di Teatro

[continua]

Il libro dei cinque anelli

Gorin-no-sho, tradotto in italiano come Il libro dei cinque anelli si suddivide in cinque sezioni che richiamano la simbologia dello spirito (il Vuoto) e dei quattro elementi
(Terra, Acqua, Fuoco, Aria) che insieme danno forma all’universo. L’opera nasce come manuale del perfetto guerriero, ma viene letta come una guida che indica la strada da seguire per vincere le proprie battaglie e avere successo. Per questo motivo il manuale è stato adottato come testo di studio nei corsi per manager di tutto il mondo. L’essenza più profonda del “Libro dei cinque anelli”, tuttavia, è nel suo significato spirituale: esso, infatti, guida ciascuno in un intenso cammino di autoperfezionamento e insegna a sviluppare in modo armonico sia l’intuizione sia la comprensione intellettuale, per una realizzazione più piena e completa della propria personalità.

Cucina giapponese

 

Miyamoto Musashi
宮本武蔵

(Miyamoto, Giappone 1584 – 1645)

Fu il più celebre maestro di spada giapponese, di cui si dice non perse mai un incontro.
Iniziò a combattere
a tredici anni
e continuò fino ai cinquanta.
Dopo si ritirò per dedicarsi allo studio della letteratura,
della calligrafia,
della pittura e all’arte della forgiatura
delle spade, nella quale diventò un grande maestro.

 

Fotografie di sinistra e in alto:
il Samurai
Miyamoto Musashi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cucina giapponese – riso per sushi

寿



Ingredienti

300 gr riso giapponese a chicco piccolo;
330 ml acqua;
1 foglio di alga kobu grande come una cartolina (facoltativo);
Per la miscela di aceto:
4 cucchiai di aceto di riso giapponese;
2 cucchiai di zucchero;
1/2 cucchiaino di sale

Tempo di preparazione
1 ora e 30 minuti


Ku significa “vuoto”. Ku è ciò che non si può conoscere.
Naturalmente il vuoto è il nulla. Praticando la forma, si percepisce il vuoto.
Questa è la natura del ku. Miyamoto Musashi
Ku-No-Maki Libro del vuoto
Il libro dei cinque anelli

 

Al sushi bar

Dire O-ma-ka-se significa lasciar decidere allo chef il menu, in base ai suoi suggerimenti, alle materie prime più fresche e ai piatti con i quali è preferibile iniziare. Si viene comunque interrogati sui propri gusti e sui pesci preferiti.
Dire O-ko-no-mi significa voler scegliere il menu in base alle proprie preferenze, ma si possono comunque chiedere allo chef consigli sui migliori piatti del giorno






Il riso per il sushi, detto sushi meshi, si prepara con pochi e semplici gesti tramandati da una tradizione millenaria. Il riso viene cotto e poi aromatizzato con la miscela di aceto della quale in Giappone ogni sushi bar ha la propria ricetta segreta.

Lavare accuratamente il riso ponendolo in un setaccio immerso in una ciotola colma d’acqua. Cambiare l’acqua finchè risulti limpida. Scolare e lasciare riposare nel setaccio per 30 minuti.

In caso di impiego dell’alga kombu, praticare dei tagli nel foglio per favorire il rilascio del sapore durante la cottura.

Disporre il riso lavato e l’acqua in una pentola dal fondo pesante. Aggiungere l’alga kombu e coprire con un coperchio. Portare a bollore. su fuoco medio e continuare la cottura per 5 minuti senza togliere il coperchio.

Ridurre il calore e far sobbollire per 8-10 minuti. spegnere e lasciar riposare per 10 minuti. Sollevare il coperchio ed eliminare l’alga kombu.

Riscaldare gli ingredienti per la miscela di aceto in una pentola (non d’alluminio). Evitando di far bollire, far sciogliere mescolando zucchero e sale. La regola generale è che più è intenso il sapore di farcitura o guarnizione alle quali il riso è accompagnato e più la miscela di aceto deve essere salata e meno dolce. Per esempio:
Nigirizushi
aceto 120-150 cc; zucchero 0-30 gr; sale 12 gr
Chirashizushi
aceto 120-150 cc; zucchero 50 gr; sale 12-15 gr

Passare il riso nell’apposito contenitore di legno (hanghiri). Versare un po’ della miscela di aceto sul riso facendola colare prima sulla spatola.

Smuovere delicatamente il riso e lentamente aggiungere una piccola quantità della miscela di aceto e mescolare usando la spatola sempre di taglio, in modo che il riso non si rompa e possa poi assorbire il condimento.

Sventolare il riso con il ventaglio (uchiwa) o con un foglio di carta per raffreddarlo e per favorire l’evaporazione dell’aceto. Continuare a versare con la spatola la miscela di aceto finchè il riso appare lucente ed è a temperatura ambiente.

Usando la spatola spostare il riso tutto da una parte in modo che non si asciughi troppo, coprire con un panno umido e lasciare riposare. Consumare in giornata.

Attrezzatura

setaccio; ciotola; recipiente hanghiri, ventaglio giapponese uchiwa, spatola di legno (shamoji), forbici

Calorie

maki sushi (riso e verdure) 30 Kal
nigiri sushi (riso, pesce e verdure) 36 Kal

 

 

 

 

 

 

 

Ricette degli chef – pesce

Sushi: consigli per la preparazione

consigli dello Chef Massimo Riccioli per il fish bar Riccioli cafè – Roma

[continua]

Cucina giapponese – Futo maki



Ingredienti

1 ciotola di acqua acidulata da preparare con 250 ml di acqua e 1-2 cucchiai di aceto di riso

Per gli involtini:
300 gr riso per sushi (ricetta);
3 fogli alga nori;
300 gr funghi shiitake conditi (ricetta);
20 gr kampyo cucinato (ricetta);
1/2 cetriolo;
1 carota cotta a vapore tagliata a strisce sottili;
1 frittata-omelette spessa tagliata a strisce;
60 gr polpa di granchio o aragosta;

A piacere, per dare vivacità:
50 gr uova pesce volante;

Per l’accompagnamento:
zenzero sottaceto;
salsa di soia

Pur padroneggiando [la situazione], mostrare all’avversario una mossa [falsa] per trarre vantaggio dalla sua tranquillità.
[Il libro dei mutamenti dice:] “L’aumento: movimento e flessibilità”.
Spiegazione
“Ciò che è, non è.
Ciò che non è, è”
Sanshiliuji: I 36 stratagemmi







Futo maki, alla lettera, significa “rotolo grande”.
I futo maki sono anche noti come date maki
o “i migliori involtini” per la varietà di ingredienti che possono essere combinati nella farcitura. Importante è dunque l’impiego di ingredienti di colori diversi e armoniosi, per dare vivacità all’insieme.

Preparare tutti gli ingredienti prima di arrotolare.

Mescolare in una ciotola gli ingredienti per l’acqua acidulata. Bagnarvi le mani, dare forma allungata a due manciate di riso e disporle sul foglio di nori disteso sulla stuoia col lato lucido verso il basso.

Stendere in modo uniforme il riso sulla nori lasciando un margine di 4 cm sul bordo anteriore.

Disporre parallelamente al centro del riso un terzo degli ingredienti della farcia: prima cetriolo e funghi, poi omelette e kampuyo.

Tenendo il bordo della stuoia con le dita, farla avanzare sino a coprire la farcia.

Abbassare il bordo della stuoia finchè coincide con la striscia di nori e premere delicatamente sulla lunghezza per far scivolare all’interno il borso della nori.

Con una mano sollevare leggermente il bordo della stuoia e con l’altra spingere l’involtino delicatamente in avanti facendo in modo che la striscia scoperta di nori lo sigilli e aprire completamente la stuoia.

Riporre al fresco ma non in frigo mentre si preparano gli altri due involtini.

Con un coltello bagnato nell’acqua acidulata tagliare l’involtino in due e poi ciascuna metà in sei rotolini.

Attrezzatura

tagliere; coltello; stuoina da sushi makisu; pentolino; piatti da sushi; ciotolina per salsa di soia; bacchette
attrezzi per il sushi [recipiente hanghiri, ventaglio uchiwa, spatola (shamoji), setaccio, ciotola, pentola]

Calorie

maki sushi (riso e verdure) 30 Kal
nigiri sushi (riso, pesce e verdure) 36 Kal

 

 

 

 

 

 

Il tordo goloso – Esopo


IL TORDO
Favola di Esopo

Il caldo nido della mamma accoglieva dentro sé quattro bellissimi tordi appena nati. I piccoli aspettavano costantemente il cibo con il beccuccio spalancato fiduciosi di ciò che la loro premurosa madre gli avrebbe portato e accogliendola sempre con gridolini di gioia. L’unico a non essere soddisfatto era il più grandicello dei fratellini. Egli pretendeva qualcosa di meglio per placare la propria fame. Quei vermicelli e quelle bacche marce che la solerte mamma gli portava ogni giorno non andavano certo bene per soddisfare un palato fino come il suo!
Quando giunse finalmente all’età giusta per poter volare e procurarsi il cibo che desiderava, il tordo si allontanò dal nido e così si diede subito da fare per cercare prelibate leccornie. Cominciò a svolazzare da una pianta all’altra arricciando il becco disgustato alla vista di insulse bacche o frutta appassita. Durante uno dei suoi giri d’ispezione però, il tordo capitò su una rarissima pianta di mirto. Attirato da quella prelibatezza, l’uccellino si tuffò tra i suoi rami e fece una bella scorpacciata. Soddisfatto per l’ottimo cibo, decise di tornare in quel luogo anche il mattino successivo. Con quel proposito nel cuore rientrò nel suo nido senza accorgersi di essere stato spiato da un uccellatore! Quest’uomo appassionato di volatili, notando la predilezione che il tordo aveva per quella pianta, spalmò di nascosto un po’ di vischio su alcuni rami. Il giorno seguente il giovane tordo volò sicuro verso la pianta di mirto pronto a farsi una nuova scorpacciata, ma appena posò le zampine sui rami rimase imprigionato dalla sostanza collosa. Terrorizzato egli cominciò a piangere e gridare così forte che fu possibile udire la sua voce a miglia di distanza. Fortunatamente prima dell’arrivo dell’uccellatore la mamma accorse dal suo figliolo riuscendo con pazienza a liberargli le zampine e a riportarlo al nido.

Questa volta il tordo se l’era vista proprio brutta a causa della sua golosità!

Molti uomini incapaci di resistere ai peccati di gola rischiano di perdere la salute e, a volte, persino la vita.

Il tordo visto da Giulio Terrinoni di Acquolina

Se questo è un brodo

“Sento che tu a vecchiezza declini, o per dire più giusto, sento che verso quella
tu ti vai sollevando: perocchè sublime cosa, rispettabile, e per universale consentimento veneranda è la vecchiezza.”
Francesco Petrarca, Lettere (V)

“…la gioventù era ritornata! Correva le sue vene prepotente come mai prima e annullava qualunque risoluzione che la mente senile avesse fatta” scrive Italo Svevo in Senilità. Un atteggiamento positivo verso una fase dell’esistenza, ricca e da sperimentare fino in fondo, in compagnia di persone sincere e affezionate, come suggerisce La badante, lo spettacolo messo in scena da Cesare Lievi. Davanti alla vecchiaia talvolta è il corpo a capitolare per primo, ma talvolta è l’anima, ricorda Michel De Montaigne. La capitolazione sopravviene per paura delle novità, dei cambiamenti, delle emozioni. Le opinioni si barbificano e le abitudini – anche alimentari – si fossilizzano nella solita minestra.

Lo chef Angelo Troiani stravolge queste tesi e con grande ironia trasforma per  Assaggi di Teatro sapori un po’ imbalsamati in teneri batticuori gourmet. Bocconi di gusto e consistenza tali che anche le dentiere più malferme vi si possono avvicinare senza tentennamenti. Ecco allora lo sciapo brodino trasformarsi in un profumato infuso-consommé nel quale nuotano felici i Tortelli al Taleggio con pera gioiosamente intagliata in piccole sfere, piatto dedicato da Angelo Troiani ad Assaggi di Teatro, in carta a Il Convivio Troiani dal 29 marzo al 9 aprile. Li accompagna un calice di rosso che con i riflessi rubini e i freschi sentori primaverili di ciliegia, amarena e visciola amplifica i profumi dell’infuso aromatico ricco di erbe, radici e spezie.

La mozzarella evita l’imbarazzo della masticazione squagliandosi in liquida Crema aromatizzata con basilico, pomodoro confit e polvere di olive nere richiamate anche dagli intensi profumi mediterranei del Vermentino. Il prezzemolo non è più solo un aroma da annegare nel brodo di gallina, ma è l’ingrediente determinante della salsa alla bourgougnonne che accompagna gli gnocchi alla romana foggiati in piccole palline e fritti, serviti con i timidi sconcigli (i murici).
Le papille sono riportate a nuova gioventù, il vino le diverte con il gioco tra i frutti rossi e la bourgougnonne e ci si convince che la vecchiaia non è una resa alla vita, ma qualcosa di cui godere fino in fondo.

“Arriviamo sempre impreparati alle diverse età della vita e ci manca spesso l’esperienza nonostante gli anni” dice ironicamente La Rochefoucauld. Ma occorre forse aver vissuto una vita intera per apprezzare la semplice bontà di un flan di canocchie con cuori di carciofo romano e salsa di aglio dolce. E se, come dice Seneca, c’è gente che “smette di vivere ancor prima di cominciare”, la malattia dello spirito chiamata senilità può essere guarita dai sapori di terra e di orto (coltivarne uno allunga la vita, dicono i saggi e ormai anche gli scienziati) della Crema di fave con gnocchetti alla romana fritti e tartufo nero da abbinare ai sapori di bosco di un vino rosso.

Smentendo in un sol colpo sia Petrarca, che invita a dolersi della vecchiezza “soli coloro che ogni speranza, ogni diletto posero nel corpo e tu ti allegra d’essere a quella età pervenuto, la quale più dell’anima che non del corpo è sollecita” sia Platone per il quale “la vecchiaia è uno stato di riposo e di libertà” dove, spenta la violenza delle passioni “si è finalmente liberi da una folla di forsennati tiranni”, Angelo Troiani riaccende i desideri con un morbido dolce di ricotta e cioccolato da sciogliere nelle onde dorate di un vino bianco, atto gourmet finale per la stagione 2008-2010 di Assaggi di Teatro dello chef del Convivio, nel quale si intuisce che senza tramonto non ci sarebbe un giorno nuovo, non ci sarebbe futuro.
“…è stata per me così gradevole la stesura di questo libro, che non solo mi ha liberato da tutte le seccature della vecchiaia, ma me l’ha resa addirittura dolce e piacevole. Mai dunque si potrà lodare abbastanza la filosofia perché è seguendo i suoi insegnamenti che si può superare senza difficoltà ogni periodo dell’esistenza.”
Cicerone, Elogio della senilità

Maria Luisa Basile


Assaggi di… teatro
si ispira a La badante, uno spettacolo diretto da Cesare Lievi con Ludovica Modugno


Assaggi di… Cappelletti
Angelo Troiani dedica a La badante i Tortelli di taleggio con pere in infuso di erbe, funghi e spezie


Assaggi di… gusto
Scarica gratuitamente la ricetta dei Tortelli di taleggio con pere in infuso di erbe, funghi e spezie di Angelo Troiani

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Assaggi di Teatro 2008-2009 è un incontro di gusto fra Roma gourmet, ETI Ente Teatrale Italiano, Assessorato alle Politiche della Cultura e della Comunicazione del Comune di Roma
in collaborazione con Arsial

per i Teatri Valle e Quirino

main sponsor

in collaborazione con

si ringraziano

Babayaga



Ricette degli chef – pasta

Tortelli al Taleggio con pera e infuso di erbe, funghi e spezie

ricetta dello Chef Angelo Troiani per il ristorante Il Convivio Troiani – Roma
dedicata allo spettacolo La badante di Cesare Lievi per “Assaggi di Teatro

[continua]

 

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