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Iconologia e messaggio nella bottiglia di Acquolina

Iconologia in Caravaggio e messaggio nella bottiglia di Giulio Terrinoni

Giulio Terrinoni mostra come ottenere Crudi di mare saporiti e leggeri impiegando pesci non a rischio di estinzione e pescati nel Mediterraneo come ricciola, pesce azzurro, orata, accostati a frutta di stagione. Etico …ricetta

L’opera di Caravaggio è ricca di allegorie, simbologie e significati che non sono manifesti a una prima lettura ma che vanno cercati e interpretati. Una delle chiavi di lettura è l’Iconologia di Cesare Ripa, pubblicata a Roma nel 1593, proprio al tempo del Merisi. L’Iconosgrafia è una fonte di infiniti suggerimenti agli artisti (ai quali è destinata) e contiene la descrizione di numerose allegorie.
E tra le righe dei menu dei ristoranti cosa si può leggere? Lo chef Giulio Terrinoni per esempio ha scelto di escludere il tonno dal menu di Acquolina per sensibilizzare i gourmet su una specie ittica rara e preziosa che rischia di scomparire dai mari. Un messaggio facile da capire. (MLB)

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<< I carciofi di Caravaggio >>
L’interpretazione delle opere porta talvolta a esagerazioni: c’è chi attraverso una lettura psicanalitica dei Musici ha trovato una pretesa omosessualità del Caravaggio: “il clima di sospensione (violino poggiato, gesto di rileggere la musica, canto non emesso…) lascia intuire il paradigma di una <harmonia mundi> seguente alla coniunctio amorosa”. (Marini e Calvesi).
Nell’Iconologia di Cesare Ripa alla voce fame si legge:
“La Fame viene descritta da Ovidio nelle Metamorfosi così: Ogni occhio infermo suo si stà sepolto / In una occulta, e cavernosa fossa / Raro ha l’inculto crin, ruvido e sciolto / E di sangue ogni vena ignuda è scossa / Pallido e crespo, magro, e oscuro ha il volto / E de la pelle sol vestite l’ossa / E de l’ossa congiunte in varij modi / Traspaion varie forme e varij nodi. / De le ginocchia il nodo in fuor si stende / E per le secche coscie par gonfiato: / La poppa, che a la costa appesa pende / Sembra una palla a vento senza fiato: / Ventre nel ventre suo non si comprende / Ma il loco ù par, che sia già il ventre stato”
I musici di Caravaggio
sono esposti al Metropolitan Museum of Art di New York

Bibliografia caravaggesca

Ricette degli chef – pesce

Crudo di ricciola e fichi

ricetta dello Chef Giulio Terrinoni per il ristorante Acquolina – Roma

dedicata al progetto di Roma gourmet “I carciofi di Caravaggio

[continua]

L’umiltà, Caravaggio e le acciughe di Massimo Riccioli

L’umiltà, Caravaggio e le acciughe di Massimo Riccioli

L’acciuga, o alice come è comunemente chiamata a Roma, è cucinata da Massimo Riccioli in etereo abbinamento a ricotta, peperoncini dolci e fiori di zucca in una ricetta di semplice esecuzione. Stuzzicante.

Caravaggio chiama una zingara che passa per strada e la dipinge tale e quale. Madonne, santi, angeli e dei sono tratti dalla strada. Per questo la Madonna di Loreto (o Madonna dei pellegrini) piace ai popolani che nei due viandanti inginocchiati (con i piedi sporchi in evidenza, come nella Crocifissione di San Paolo) riconoscono se stessi e si ritrovano collocati sugli altari, investiti della dignità che nei propri cuori sentivano di possedere. Caravaggio è il primo a mostrare questa bellezza altra, ad amare la realtà direttamente osservata, a ritrarre gli umili. Ecco una Vergine rappresentata come una lavandaia con le vesti rimboccate, Sant’Anna come una vecchia squarquoia e Amore come un marmocchio qualunque. Genti semplici che si alimentano di cibi poveri, come le acciughe, pesce azzurro un tempo poverissimo e oggi rivalutato da nutrizionisti e cuochi marinari come Massimo Riccioli che ne propone mille e una variazione. (MLB)

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<< I carciofi di Caravaggio >>
Caravaggio prende una donna e la finge “ma-donna”: la veste di di blu e rosso e aggiunge un’aureola per renderla riconoscibile. (Bellori) L’opera è dipinta fra 1604 e 1605.

La madonna incarna la Chiesa cattolica che accoglie i penitenti e offre la remissione dei peccati.

“Egli non sapeva uscir fuori dalle cantine” scrive il critico Berenson richiamando involontariamente Dostoevskij. “Lì, nel mio lurido, puzzolente sottosuolo, il nostro topo offeso, maltrattato e deriso, si sprofonda immediatamente in una fredda, velenosa e soprattutto eterna malignità”
Fedor Dostoevskij, Memorie del sottosuolo

Nelle due figure inginocchiate si potrebbero riconoscere il committente, Ermete Cavalletti, e la madre.
Madonna di Loreto (o Madonna dei pellegrini) di Caravaggio
è esposta nella chiesa di Sant’Agostino a Roma
sull’altare della cappella Cavalletti

Bibliografia caravaggesca

Caravaggio nello specchio di Don Alfonso

Ritratto della famiglia Iaccarino con cipolla

Alfonso ed Ernesto Iaccarino dedicano a Caravaggio i Veli di cipolla cotti sotto la cenere con gamberetti, lardo d’Irpinia e olive nere sintesi di una filosofia di cucina fatta di amore per la natura, fantasia, genuinità, colore. Eterei …ricetta

“Vi mando questo quadro. Sono io: sono io come mi trovo adesso” – scrive Caravaggio in una lettera inviata poco prima di morire a papa Paolo V“qui vedete la mia sofferenza, vedete il mio dolore, la mia angoscia per l’atto criminale di cui disperatamente mi pento”. Accompagna la lettera una tela , il David con la testa di Golia che è anche un drammatico autoritratto. È del Merisi il volto emaciato e tumefatto di quel Golia dalla bocca spalancata in un muto urlo. Un’intensità raccolta dalla famiglia Iaccarino con il piatto già dedicato per Assaggi di Teatro a uno spettacolo andato in scena al Teatro India di Roma e intitolato Le ultime sette parole di Caravaggio. Il piatto, con i suoi sette ingredienti principali (cipolla, gamberi, riso, olive, olio, lardo, prezzemolo), contiene una sintesi della filosofia di cucina degli Iaccarino nella quale si fondono amore per la natura, fantasia, leggerezza, genuinità, modernità, colore, energia. (MLB)

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<< I carciofi di Caravaggio >>
David con la testa di Golia di Caravaggio è esposto
alla Galleria Borghese di Roma
Bibliografia caravaggesca

Le unghie di Bacco

Il brindisi del giovane Bacco all’Enoteca Pinchiorri

Pampini e uva incoronano Bacco e anche l’Astice in crosta di mandorle con uva all’amaretto in menu all’Enoteca Pinchiorri di Firenze. Fruttato.

Il giovane Bacco è semisdraiato come un antico romano. Indossa una tunica bianca, languidamente aperta sul petto e trattenuta da una cintura che la mano destra pare in procinto di sciogliere, come un invito. Lo sguardo è fisso su noi che guardiamo e la mano sinistra sembra volerci porgere il bicchiere di vino.  Due le nature morte: quella tutta pampini e autunno che incorona la testa e l’altra posata sul tavolo, composta da frutti molto maturi. Lo sguardo del pittore – e il nostro – indugia su particolari inediti per l’epoca. Il vino, ancora spumeggiante nella caraffa (probabilmente appena versato) e increspato da piccole onde concentriche nel largo bicchiere, le unghie sporche della mano sinistra,  la trasparenza dei vetri (di leonardesca memoria), la frutta marcescente. Il naturalismo e l’attenzione ai piccoli dettagli del Bacco si riflette nel delicato accostamento di frutti a carni e pesci nel menu all’Enoteca Pinchiorri di Firenze, come il piccione in casseruola con mela cotogna e l’astice incoronato d’uva.  (MLB)

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<< I carciofi di Caravaggio >>
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Caravaggio dipinge il Bacco intorno al 1595-1596 ispirandosi forse alla figura di Antinoo (di cui si può ammirare un busto ai Musei Capitolini della Centrale Montemartini a Roma), il favorito dell’imperatore Adriano. Ciò spiegherebbe il carattere ambiguo e decadente della rappresentazione.

L’ispirazione del Bacco potrebbe essere Cristiana. Se si ricorda che Dioniso era considerato un precursore del Cristo, il Bacco caravaggesco, con il gesto del brindisi e dell’offerta del vino-eucarestia, diventa simbolo di salvazione. Una simbologia in linea con i valori del committente, il cardinal Del Monte che lo dona al granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici. Per secoli se ne perdono le tracce e la tela viene ritrovata un po’ malconcia nel 1916, in un deposito degli Uffizi.

Il Bacco ha le unghie sporche.
Bacco incoronato da pampini di Caravaggio è esposto
alla Galleria degli Uffizi di Firenze
Bibliografia caravaggesca

Scudo con testa di Medusa… e anguilla

La vera Medusa è il valor vostro, o l’anguilla di Pina Fassi

Pina Fassi del Gener Neuv di Asti dedica alla figura tragica di Medusa e al suo vivo crine l’Anguilla in agrodolce all’aceto di Moscato d’Asti che fonde il sapore deciso del serpentiforme pesce con la dolcezza del Moscato …ricetta

Si è appena consumata la tragedia di Medusa. La testa è stata decapitata da Perseo protetto dallo scudo di Atena. Una testa ancora scossa da spasmi, con la bocca spalancata in un urlo a metà fra dolore e incredula sorpresa, gli occhi strabuzzati in un ultimo lampo del terrore che ispiravano da vivi e le serpi guizzanti. Come in altre opere, Caravaggio sembra fermare il tempo per cogliere il momento del trapasso, il preciso istante di passaggio dalla vita alla morte. Medusa, ridotta a una maschera, appare come depositaria e vittima di dolore e potere. Committente dello scudo è il cardinal Del Monte che verso il 1598 ne fa dono al granduca Ferdinando de’ Medici. A quest’ultimo sono dedicati i versi (*) di Gian Battista Marino ispirati alla testa caravaggesca. (MLB)

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<< I carciofi di Caravaggio >>
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La modella della Gorgone caravaggesca è forse la cortigiana Fillide Melandroni. (*) “Hor qua i nemici fian che freddi marmi / Non divengan repente /
In mirando, Signor, nel vostro scudo / Quel fier Gorgone, e crudo, / Cui fanno orribilmente /
Volumi viperini / Squallida pompa, e spaventosa à crini? / Ma che? Poco fra l’armi / A voi fia d’huopo
il formidabil mostro. / Ché
la vera Medusa è il valor vostro.”
Fonte di ispirazione dell’opera è probabilmente il disegno di Michelangelo conservato agli Uffizi L’anima dannata.
Scudo con la testa di medusa di Caravaggio è esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze

Bibliografia caravaggesca

Caravaggio all’Osteria

Il carciofo “dalla Giudia alla Romana” di Angelo Troiani

AngeloTroiani dedica all’episodio il Carciofo dalla Giudia alla Romana che fonde la saporosità del carciofo cucinato alla maniera di Roma con la croccantezza della ricetta di cucina ebraica. Crocchiante …ricetta

Una sera del 1604, all’Osteria del Moro di Roma… Caravaggio ordina un piatto di carciofi. Olio e burro il condimento. Il servitore gliene porta quattro cotti col burro e quattro con l’olio e alla domanda quali siano gli uni e gli altri risponde: “che li odorasse, che facilmente haverebbe conosciuto quali erano cotti nel buturo et quelli che erano all’olio” (il servizio nella Capitale è anche allora alquanto disinvolto). Basta questo a far infuocare il saturnino artista che gli getta in faccia piatto e contenuto, ferendolo a una guancia. L’ennesima conferma della leggendaria irruenza di Caravaggio il quale, mettendo anche mano alla spada, spaventa il povero oste e ne è ricambiato con l’ennesima denuncia. (MLB)

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<< I carciofi di Caravaggio >>
Bibliografia caravaggesca

Piemonte gourmet 2009

I migliori ristoranti 2009 del Piemonte
nel giudizio delle Guide L’espresso, Michelin, Gambero rosso
Sorriso – Soriso (NO) 3 stelle Michelin – L’espresso 16
Villa Crespi – Orta San Giulio (NO) 2 stelle Michelin – L’espresso 18
Combal.zero – Rivoli (TO) 2 stelle Michelin – L’espresso 18,5
Piccolo Lago – Verbania 2 stelle Michelin – L’espresso 16
Piazza Duomo – Alba (CN) 1 stella michelin – L’espresso 17,5
Locanda nel Borgo Antico – Barolo (CN) 1 stella michelin – L’espresso 17
All’Enoteca – Canale (CN) 1 stella michelin – L’espresso 17
Antica Corona Reale da Renzo – Cervere (CN) 1 stella michelin – L’espresso 17
Dolce Stil Novo alla Reggia – Venaria Reale (TO) 1 stella michelin – L’espresso 16,5
Casa Vicina Guido per Eataly – Torino 1 stella michelin – L’espresso 16,5
Barrique – Torino L’espresso 16
Locanda Mongreno – Torino 1 stella michelin – L’espresso 16
La Ciau del Tornavento – Treiso (CN) 1 stella michelin – L’espresso 15,5
La Fermata – Alessandria 1 stella michelin – L’espresso 15
Donatella – Oviglio (AL) 1 stella michelin – L’espresso 14,5
Gener Neuv – Asti 1 stella michelin – L’espresso 14,5
Il Cascinale Nuovo – Isola d’Asti (AT) 1 stella michelin – L’espresso 15
Vittoria – Tigliole (AT) 1 stella michelin – L’espresso 15
San Marco – Canelli (AT) 1 stella michelin – L’espresso 14,5
Guido – Bra (CN) 1 stella michelin – L’espresso 16
Guido da Costigliole – Santo Stefano Belbo (CN) 1 stella michelin – L’espresso 16
Delle Antiche Contrade – Cuneo 1 stella michelin – L’espresso 16
Locanda del Pilone – Alba (CN) 1 stella michelin – L’espresso sv
Al Vecchio Tre Stelle – Barbaresco (CN) 1 stella michelin – L’espresso 13,5
Antiné – Barbaresco (CN) 1 stella michelin – L’espresso 14
Conti Roero – Monticello d’Alba (CN) 1 stella michelin – L’espresso 14,5
Il Patio – Pollone 1 stella michelin – L’espresso 14
Tantris – Novara 1 stella michelin – L’espresso 13,5
Pinocchio – Borgomanero (NO) 1 stella michelin – L’espresso 15
Novecento – Meina (NO) 1 stella michelin – L’espresso 15,5
La Credenza – San Maurizio Canavese (TO) 1 stella michelin – L’espresso 16
La Barrique – Torino 1 stella michelin – L’espresso 16
Vintage 1997 – Torino 1 stella michelin – L’espresso 15,5
Gardenia – Caluso (TO) 1 stella michelin – L’espresso 14,5
Scoiattolo – Carcoforo (VC) 1 stella michelin – L’espresso 14
Centro – Priocca (AT) 1 stella michelin – L’espresso 15,5
Taverna del Pittore – Arona (NO) L’espresso 15
Cacciatori – Cartosio (AL) L’espresso 15
Due Palme – Centallo (CN) L’espresso 15
Bovio – La Morra (CN) L’espresso 15
Bivio – Quinto Vercellese (VC) L’espresso 15
Villa Amelia – Benevello (CN) L’espresso 14

I migliori ristoranti del Piemonte dell’anno in corso

Ricette degli chef – pesce

Insalata di puntarelle e alici con bottarga

ricetta dello Chef Giulio Terrinoni per il ristorante Acquolina – Roma
dedicata al progetto di Roma gourmet “I carciofi di Caravaggio

[continua]

Ricette degli chef – pesce

Fiori di zucca e peperoncini dolci ripieni di alici
ricotta di pecora e menta

ricetta dello Chef Massimo Riccioli per il ristorante La Rosetta – Roma
scelta per il progetto di Roma gourmet “I carciofi di Caravaggio

[continua]

 

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