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Il gusto agro dolce della diva

“Per questo mestiere ci vuole un’attitudine che io non ho. Non sono diventata una diva
forse perchè non sono piaciuta abbastanza, forse perchè non ci ho saputo fare.”
Anouk Aimée, attrice (La dolce vita)

Comportamento ostentatamente eccentrico con il quale un personaggio famoso alimenta l’infatuazione del pubblico. È quanto si legge sul dizionario alla voce divismo. Diva fu certamente Marlene Dietrich, fra le più belle icone del mondo cinematografico della prima metà del Novecento. Marlene fu un mito capace di lasciare un ricordo indelebile attraverso immagini, canzoni, recitazione e che risponde perfettamente alla descrizione di Roland Barthes per il quale la diva “appartiene ancora a quel momento del cinema in cui la sola cattura del viso provocava nelle folle il massimo turbamento, in cui ci si perdeva letteralmente in un’immagine umana come in un filtro… il viso costituiva una specie di stato assoluto della carne che non si poteva raggiungere né abbandonare”.

A un viso indimenticabile e ai film interpretati dalla diva evocati nello spettacolo Marlene recitato da Pamela Villoresi, guarda la star della cucina capitolina Agata Parisella, che se ne lascia ispirare per una performance di Assaggi di Teatro cinefila. Al fascino ambiguo della diva sfoggiato in tanti film (a partire dalla cinica, sensuale, conturbante cantante di cabaret Lola Lola de L’Angelo azzurro di Josef von Sternberg del 1930) è ispirato un piatto dal sapore dolce ma anche salato, morbido e friabile, perfetto ed effimero. È la variazione di fegato grasso, proposta da Agata e Romeo in tre consistenze: la scaloppa, la terrina e la crème brulée, accompagnate da salsa al vino rosso, fico glassato e da una sfera di pan brioche che ricorda la mongolfiera de Il giro del mondo in 80 giorni di Michael Anderson del 1956 dove la nostra eroina è la proprietaria del saloon dove si esibisce Frank Sinatra. Non c’è invece ambiguità nel vino passito che accompagna la variazione con sorsi morbidi e avvolgenti che scivolano lasciando tracce aromatiche come scie di profumo.

Altrettanto fuori dagli schemi (come l’avventuriera che ne L’ammaliatrice di René Clair del 1941 si spaccia per contessa per irretire un ricchissimo vecchio ma alla vigilia delle nozze scappa con un battelliere in Mississipi) è la zuppa di pesce, trasformata in farcia per tondi e paffuti ravioli tuffati in un brodo dal profumo stuzzicante e intensamente marino come il Vermentino.

Si passa poi a un ingrediente assai caro alla chef, il porro, verdura timida, dal corpo magro e slanciato come quello androgino della diva, da spogliare in numerosi filamenti  e veli con i quali avvolgere i Fagottini di porro con rombo e “involtino primavera” al curry verde, il piatto dedicato da Agata Parisella ad Assaggi di Teatro in carta al ristorante Agata e Romeo. Il piatto, di grande impatto visivo, offre un ampio ventaglio di sapori che vanno dal mare all’orto con lo spiritoso tocco esotico dell’involtino “primavera” agrodolce (a ricordare la Cina percorsa dalla Dietrich con sensuali velette in Shanghai Express di Josef von Sternberg del 1932) e piccante (come la volubile sigaraia che fa innamorare due uomini sino al duello e sceglie poi il perdente in Capriccio spagnolo di Josef von Sternberg del 1935). La sommelier lo accompagna allo Chardonnay che con i sentori di agrumi, fiori bianchi e frutta secca prolunga le sensazioni di naso e palato.

Il dolce è un richiamo all’America, patria scelta dalla Dietrich dopo l’ascesa al potere di Hitler e di cui ottenne la cittadinanza nel 1937. L’attrice diede il suo contributo alla causa della libertà contro il nazismo attraverso la campagna di sostegno alle truppe americane impegnate sui campi di battaglia di Europa e Nord-Africa. I suoi spettacoli nei campi militari contribuirono a mantenere alto il morale dei soldati e dei militari feriti. Erano i tempi di Lili Marleen, la canzone pacifista, triste e struggente che rievocava il rimpianto di un amore lontano. Trasmessa dalle radio ai soldati in trincea, li faceva struggere di nostalgia, e fu per sempre associata alla Dietrich.
Ai tanti film di genere western (cantante di saloon in Partita d’azzardo di George Marshall e dark lady in declino in Rancho Notorius di Fritz Lang del 1952) Agata Parisella dedica una particolarissima American pie, destrutturata e presentata in barattolo: un fondo morbido di crema mista a polposi pezzi di frutta sormontato da scaglie croccanti. Accanto un bicchierino di cioccolata e pepite dorate (maneggiate dall’eroina fra i ghiacci dell’Alaska in I cacciatori dell’oro di Ray Enright del 1942) di granella di nocciola. La dolcezza è esaltata dal passito Aristeo 2006 o da un tè servito in una teiera russa della collezione di Agata (russa è la giovane e innocente principessa tedesca poi cinica donna di stato in L’Imperatrice Caterina di Josef von Sternberg del 1934 e russa è la nobile che al tempo della Rivoluzione d’Ottobre del ’17 è innamorata di un giornalista inglese infiltrato fra i bolscevici per  fare controspionaggio in Contessa Alessandra di Jacques Feyder del 1937).

Il finale di questo Assaggio di Teatro di Agata e Romeo è una dissolvenza, come il volto della diva che, dopo essersi concesso con generosità, nel nostro immaginario non invecchia nè è alienato dalle lusinghe del destino. Niveo e solitario, elude il tempo con eleganza e prende le distanze, con un ultimo zoom della memoria.

Maria Luisa Basile


Assaggi di… teatro

si ispira a Marlene, uno spettacolo di Giuseppe Manfridi con Pamela Villoresi e David Sebasti


Assaggi di… Agrodolce
Agata Parisella dedica a Marlene i Fagottini di porro con rombo e “involtino primavera” al curry verde. Il piatto è in Menu al ristorante Agata e Romeo


Assaggi di… gusto
Scarica gratuitamente la ricetta dei Fagottini di porro con rombo e “involtino primavera” al curry verde di Agata Parisella

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Marlene Dietrich
Ich bin von Kopf bis Fuß
auf Liebe eingestellt,
denn das ist meine Welt
und sonst gar nichts.
Das ist, was soll ich machen,
meine Natur;
ich kann halt lieben nur
und sonst gar nichts.
Männer umschwirr´n mich
wie Motten um das Licht,
und wenn sie verbrennen,
ja, dafür kann ich nicht.
Ich bin von Kopf bis Fuß
auf Liebe eingestellt,
ich kann halt lieben nur
und sonst gar nichts.
Ich bin von Kopf bis Fuß
auf Liebe eingestellt,
denn das ist meine Welt
und sonst gar nichts.
Das ist, was soll ich machen,
meine Natur;
ich kann halt lieben nur
und sonst gar nichts.
Männer umschwirr´n mich
wie Motten um das Licht,
und wenn sie verbrennen,
ja, dafür kann ich nicht.
Ich bin von Kopf bis Fuß
auf Liebe eingestellt,
ich kann halt lieben nur
und sonst gar nichts.

Assaggi di Teatro 2008-2009 è un incontro di gusto fra Roma gourmet, ETI Ente Teatrale Italiano, Assessorato alle Politiche della Cultura e della Comunicazione del Comune di Roma
in collaborazione con Arsial

per i Teatri Valle e Quirino

main sponsor

in collaborazione con

si ringraziano


Babayaga


Ricette degli chef – pesce

Crudo di pesce con spigola, ricciola e sashimi mediterraneo

ricetta dello Chef Massimo Riccioli per il ristorante La Rosetta – Roma
dedicata al mese di Danza contemporanea del teatro
Valle per “Assaggi di Teatro

[continua]

Corso eventi

Un Corso per l’ideazione e l’organizzazione di Eventi… da favola

Roma. 13 e 14 giugno 2009

Organizzare eventi fieristici, sociali, economici, culturali o politici volti a lanciare un messaggio o a dialogare con i consumatori e le istituzioni sono i primi passi per affrontare un percorso di comunicazione prestigioso e utile per un positivo ritorno d’immagine.

Un dibattito organizzato su un tema interessante e con moderatori capaci, può essere un evento culturale capace di generare per l’azienda o l’ente promotori risultati straordinari sul piano dell’immagine e delle relazioni.

Una presentazione, un seminario, un corso, un convegno, un congresso, una mostra richiedono l’organizzazione di numerose attività. Tutto deve funzionare perfettamente affinché gli ospiti siano soddisfatti. Il successo dipende da un’approfondita analisi preliminare, un’accurata preparazione, cura dei dettagli e studio dei risultati.

Obiettivi del corso

Trasmettere la consapevolezza che l’evento è un importante strumento di promozione, capace di portare prestigio e benefici all’immagine dell’Azienda o dell’Ente.

Sviluppare le competenze necessarie alla gestione di qualunque tipo di evento.

Far nascere nel personale coinvolto nelle fasi organizzative un costruttivo spirito di squadra.

Al termine del corso i partecipanti avranno acquisito gli strumenti e le competenze necessarie per gestire ogni aspetto dell’organizzazione di un evento: ideazione, contenuti, relatori, ospitalità, sala, attrezzature, promozione, manifesti, inviti, accoglienza, rinfresco, ecc.

Destinatari

Il corso si rivolge a laureandi, addetti a Relazione Esterne, Marketing, Comunicazione, Responsabili Commerciali e a tutti coloro che sono interessati alla organizzazione e gestione di Eventi.

Programma

Introduzione
• Che cosa è un Evento Aziendale
• Quali sono i suoi obiettivi
• A chi si rivolge: l’evento per pubblici interni/ l’evento per pubblici esterni
• La coerenza con la mission aziendale

I diversi eventi: quale scegliere?
• Eventi di marketing communication (conferenza stampa, open day, party, iniziative legate a sponsorizzazioni commerciali, eventi di entertainment per pubblici esterni, fiere)
• Eventi informativi per target specifici (convegni, congressi, workshop, educational visit)
• Eventi di comunicazione economico-fiananziaria (road show, presentazioni)
• Eventi di comunicazione interna (convention, incentive, feste)
• Eventi istituzionali (anniversari, iniziative legate a sponsorizzazioni istituzionali)

Come si struttura l’Evento
• Ideazione: definizione degli obiettivi, scelta della tipologia di evento in rapporto agli obiettivi e al target
• Progettazione: stesura piano operativo di fattibilità, scelta dei contenuti, stesura programma, scaletta, regia, individuazione data e location, impostazione creativa, stesura del piano di comunicazione/promozione dell’evento
• Stesura budget di previsione, stesura time table operativa con principali deadline
• Organizzazione: selezione fornitori e personale di supporto, selezione relatori, moderatori, artisti/ospiti, creazione mailing list, scelta allestimenti/soluzioni tecnologiche, realizzazione materiali informativi e di supporto alla presentazioni, aggiornamento budget
• Gestione: i dettagli tecnici, la comunicazione, le prove generali, la gestione degli eventuali imprevisti, l’organizzazione dell’evento
• Follow up: misurazione dei risultati, rassegne stampa, budget consuntivo

Come promuovere e chi invitare all’Evento
• La promozione: momento fondamentale per farci conoscere
• Promozione diretta e indiretta
• L’Ufficio Stampa: il nostro alleato
• Eventuali patrocini e partnership
• Chi invitare: mailing mirato in base al “target”

I giornalisti
• A chi rivolgersi
• Come stimolarli a partecipare

Il dopo evento e la durata del suo ricordo nel tempo
• La lista dei partecipanti
• La rassegna stampa
• Il budget consuntivo

Metodologia didattica

I docenti propongono, in alternanza ai momenti di lezione interattiva, esercitazioni guidate, analisi di casi concreti e l’utilizzo di strumenti e metodologie specifiche.

Luogo di svolgimento del corso: Roma
Data di svolgimento: 13 e 14 giugno 2009

Costo

E. 890 + iva 20%
Il costo comprende: 2 giorni di corso, coffe breaks, materiale di cancelleria, attestato di partecipazione

Per candidarsi, inviare una mail di motivazione e un curriculum vitae a:
info@roma-gourmet.com

Sconto del 10% per gli iscritti alla Newsletter di Roma gourmet

Ingredienti zayriō – cucina giapponese


Il PESCE è l’ingrediente pincipale di sashimi e sushi e deve essere freschissimo.

Le ALGHE marine essiccate sono usate in diverse forme. L’alga nori è verde scuro e si trova in foglie sottilissime da conservare in luogo asciutto. L’alga kombu si lavora in salamoia ed essiccata. Si pulisce con un panno umido e incisa, per farne sprigionare il sapore. Viene usata per aromatizzare l’acqua di cottura del riso e per il brodo dashi. L’alga wakame è molto versatile e si usa in zuppe e stufati o cruda.

Il RISO a chicco piccolo Kome ad alto contenuto di amido è l’unico adatto al sushi.


Le VERDURE sono accostate ai cibi per creare una perfetta armonia cromatica e di forme. Carote e ravanelli possono essere intagliati.

Le UOVA DI PESCE VOLANTE si usano per preparare gli uramaki e per guarnire. Si possono sostituire con uova di trota.

Lo ZENZERO gari è tagliato a fette sottilissime e marinato nel sale e poi nell’aceto. Se trattato con aceto di ume (albicocca) diventa rosato.



I funghi SHIITAKE secchi si fanno rinvenire in brodo aromatizzato e si usano nel brodo dashi e nei maki.

KATSUOBUSHI e BONITO
sono piccole scaglie rosa
ottenute da tonno o palamita, affumicati ed essiccati.
Si usano nel brodo dashi.

Il KAMPYŌ si ottiene da strisce di zucca essiccate. Ammollato in brodo aromatizzato, si usa cotto nel brodo e nel sushi.
Condimenti e salse

Il WASABI è un tipo di rafano di colore verde. Digestivo e antibatterico si compra pronto o in polvere, da mescolare con poca acqua. E’ detto namida, lacrime, perchè essendo molto piccante, fa lacrimare.

La SOIA fu introdotta nel XIII sec. con la filosofia Zen che impose la sostituzione dei prodotti derivati da questa pianta a carne e pesce. La salsa di soia shōyu si ottiene dalla fermentazione dei fagioli di soia uniti a grano e sale. Ve ne sono due tipi, chiara, più delicata e scura, più intensa. Si usano come ingrediente e come accompagnamento. Il TAMARI è una varietà di salsa di soia senza farina e a basso contenuto di sale.

L’ACETO DI RISO ha un sapore più delicato dell’aceto di vino e un livello di acidità inferiore. Antibatterico e conservante, è fondamentale nella preparazione del riso sushi.
Il DAIKON è una varietà di rafano, una grossa radice dal gusto delicato ma intenso e dalla consistenza paragonabile a quella del ravanello. Prima dell’uso deve essere pelato e immerso in acqua. Le caratteristiche cromatiche sono importanti. Bianchissimo è tagliato a julienne e viene consumato cruso, nel sushi, nel sashimi o in salamoia.

Le FOGLIE DI PERILLA shiso sono un’erba aromatica appartenente alla famiglia della menta e si usano per guarnire.

La RADICE DI LOTO renkon è bianca, croccante e forata. La radice fresca si pela e si fa bollire in una miscela di acqua, zucchero e aceto di vino finchè diventa soffice.

La RADICE FRESCA DI WASABI è originaria del Giappone dove cresce nei ruscelli di montagna.
È rara da trovare e costosa.

Il MIRIN è un vino dolce ottenuto dalla fermentazione del riso glutinoso. Si usa solo in cucina per insaporire.

Il MISO è una pasta derivata dalla fermentazione di fagioli di soia cotti uniti a riso, orzo e un agente lievitante. Il miso bianco è leggero e delicato, il miso rosso è invecchiato e ha sapore più intenso. Si usa per insaporire le zuppe.

Il SESAMO, leggermente tostato e dal gusto di noce, si aggiunge alle salse o si usa come decorazione.

Coltelli giapponesi Bocho

L’antica arte giapponese di fabbricazione delle spade è ancora viva, volta oggi alla produzione di coltelli da cucina realizzati in acciaio al carbonio di qualità superiore. Per mantenere la loro straordinaria affilatura, questi coltelli devono essere affilati a mano con una pietra abrasiva naturale. Il lato della lama affilato è sempre il destro. Bisogna lavarli a mano e non in lavastoviglie e riposti con cura in custodie o in blocchi per coltelli. Uno chef di sushi normalmente possiede almeno tre tipi di coltelli.

Lo YANAGI BOCHO è un coltello a lama allungata usato per sfilettare e affettare i filetti di pesce, tagliare gli involtini di nori e le guarnizioni.

L’USUBA BOCHO è un coltello usato per tagliare, pelare, tritare rapidamente e finemente  ogni tipo di verdura.

Il DEBA BOCHO è un coltello dalla lama pesante e arrotondata,  ideale  per tagliare le ossa di pesce, oltre a teste e lische.

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Samurai


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dogu

Hangiri

L’hangiri è un ampio recipiente di forma circolare, dai bordi bassi e dal fondo piatto.
Costruito con piccole doghe di cipresso (lo stesso legno del bancone da sushi) cerchiate con bande di rame, è progettato per far raffreddare il riso per il sushi e facilitare l’operazione di condimento con l’aceto.
Il legno assorbe infatti l’eccesso di umidità aiutando a conferire lucentezza al riso.

Prima dell’uso l’hangiri va immerso in acqua fredda
e asciugato con un panno di lino
altrimenti il riso si attacca alle pareti e si rovina.

Dopo l’uso bisogna lavare il recipiente
in acqua fredda senza detersivo e asciugarlo bene
per evitare che ammuffisca.
Si ripone capovolto in luogo fresco e buio.



Utensili dogū – cucina giapponese

Il MAKISU è la stuoina di bambù: utensile insostituibile e fondamentale per la preparazione dei maki.

Gli UTENSILI dogū specifici rendono il lavoro più semplice.

Gli utensili si possono acquistare nei negozi di articoli asiatici.

L’HANGIRI è un recipiente realizzato in legno di cipresso progettato appositamente per far raffreddare il riso.

L’UCHIWA è il ventaglio usato per accelerare il raffreddamento del riso.
L’OSHIBAKO è un piccolo stampo rettangolare usato per confezionare il sushi pressato oshisushi.

Lo SHAMOJI è una spatola di legno o bambù dalla forma piatta e arrotondata. Va bagnato prima di usarlo per smuovere il riso nell’hanghiri senza che si spezzi.
Il colino di babù ZARU si usa in vari momenti del processo di cottura.

I COLTELLI bocho sono prodotti con la stessa arte e col medesimo materiale delle spade dei Samurai. Rappresentano gli strumenti più preziosi per lo chef di sushi e pertanto devono essere trattati con cura.

I coltelli più usati sono tre:
il coltello da verdura
usuba o nakiri bocho
il coltello da pesce
yanagi bocho
il coltello per pulire il pesce
deba o sashimi bocho.

Indice Cucina giapponese


Il SURIBACHI è una larga ciotola conica di terracotta dall’interno scanalato usata come mortaio. Il panno FUKIN è in lino o cotone e si usa umido per asciugare il pesce.

I SAI BASHI sono i bastoncini da cottura. Rispetto a quelli da tavola sono lunghi il doppio e più spessi. Il CHASE è un frullino di bambù usato per mescolare nella teiera la polvere di tè verde matcha. La padella giapponese quadrata per omelette è profonda 2 cm ed è realizzata in un metallo che conduce bene il calore. Utili in cucina risultano anche gli utensili per squamare il pesce, per crostacei, granchi, molluschi…

Fare click sulle foto per aprire le pagine di approfondimento

makisu

Il makisu è uno stuoino costruito con una serie di listelli di bambù intessuti con filo di cotone.
Si tratta di un attrezzo fondamentale per la realizzazione di qualunqe involtino di sushi come maki, futomaki ecc.
Non esistono alternative a questo utensile ma il prezzo è contenuto ed è di facile reperibilità.





Si consiglia di scegliere il tipo grande a tessitura stretta. Il makisu deve essere lavato con acqua fredda senza detersivo e va asciugato subito,
altrimenti l’acqua penetra nelle asticelle
di bambù facendole ammuffire.
Come si arrotolano i maki con il makisu

Come usare le bacchette

Come usare le bacchette

Le bacchette possono essere realizzate nei materiali più svariati: le più diffuse sono in legno o bambù, ma ne esistono anche in argento, avorio, giada o plastica.
I cinesi usano bacchette con la punta smussata e i giapponesi preferiscono quelle appuntite (Hashi), ma entrambi le usano con estrema abilità, come fossero prolungamenti delle dita.
In Giappone si crede che le posate di metallo donino ai cibi un sapore sgradevole.

In quasi tutte le famiglie giapponesi, ogni componente
ha le sue bacchette personali.
Ai bambini viene insegnato a tenere le bacchette con la mano destra e a sollevare con la sinistra le scodelle di riso o della zuppa all’atto di mangiare. La zuppa viene bevuta direttamente dalla scodella.

Non si deve assolutamente prendere un piatto
mentre si hanno ancora in mano le bacchette.

È considerato un gesto scortese usare le bacchette
per puntare qualcuno.

Quando si è finito di usare le bacchette, bisogna riporle in un piattino apposito e non in una ciotola
o nel proprio piatto.

I cibi della cucina asiatica sono cucinati e porzionati in modo da facilitarne il consumo con le bacchette che sono impiegate sia per cucinare sia per mangiare.

Istruzioni per l’uso delle bacchette:

1) Appoggiare una delle bacchette nella fossetta tra pollice e indice tenendo la punta inferiore posata sul dito medio.
Questa bacchetta rimane fissa



2) L’altra bacchetta si appoggia tra la punta e la parte centrale del dito indice piegato, usando la punta del pollice per mantenerla stabile.

3) Per afferrare un alimento o un boccone, si muove la bacchetta superiore con l’indice e il dito medio.

 

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