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assaggi di teatro 20[10-11] torino
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Fotografie dei piatti © Roma gourmet Riproduzione vietata |
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Stefano Gallo dedica per Assaggi di Teatro a Sogno di una notte d’estate da Shakespeare… l’Anatra muta nostrana ai profumi del bosco
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ricetta dello chef
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“In Shakespeare il bosco è sempre il simbolo della Natura… la Natura non è solo il bosco… sono gli istinti che stanno dentro di noi e che sono folli come il mondo.” Jan Kott, Shakespeare nostro contemporaneo
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“Ho fatto un sogno che nessun cervello umano riuscirebbe a spiegare…” William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate
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Assaggi di Teatro si ispira a Sogno di una notte d’este di C. Cecchi andato in scena nel 2010 al Teatro Cavallerizza Reale Maneggio di Torino  |
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“Nutritelo d’albicocche e di lamponi, d’uva purpurea, di verdi fichi, e more di gelso.” raccomanda Tatiana, la Regina delle Fate. Carnosi frutti del bosco al cui richiamo risponde lo chef Stefano Gallo che di mirtilli, lamponi e more incorona l’anatra, capo di selvaggina fra i suoi preferiti. Un omaggio pagano alla notte che dà il titolo all’opera e che segna il solstizio d’estate, quando il Sole giunge al suo zenith. In quella notte magica si va nei boschi, si accendono fuochi, si danza e si veglia al chiaro di luna. In Shakespeare il bosco è un elemento ricorrente e rappresenta la Natura e la sua grande follia. Nell’affollarsi di personaggi e avvenimenti del Sogno, l’attimo di felicità “labile come ombra, breve come sogno, rapido come saetta” diventa piacevolmente slow quando è regalato dalla tavola. (MLB)
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Calendario 2010 ^
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Sogno e Solitudine >
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Saverio Costanzo ha scelto il giovane attore Luca Marinelli per il film La solitudine dei numeri primi dopo averlo visto in questo Sogno al Festival di Spoleto 2009.
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Curiosità sule opere di William Shakespeare >> |
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Numeri
Le opere di Shakespeare contengono 138.198 virgole, 26.794 due punti, 15.785 punti di domanda.
L’amore è menzionato 2259 volte, l’odio solo 183, le orecchie 401 volte.
Il bardo ci ha lasciato un totale di 884.647 parole che formano 31.959 battute e 118.406 versi.
Pic nic a teatro
Gli spettacoli a Londra iniziavano verso le due del pomeriggio e, a chi poteva permetterselo, erano venduti pere e mele (lanciati sul palco se lo spettacolo deludeva), noci, pan di zenzero, birra e tabacco.
Gru o pane nero
All’epoca di Shakespeare il pasto principale era consumato a mezzogiorno e, sulle tavole più ricche, potevano comparire gru, cigni e cicogne, ma anche un più “comune” montone al chiaretto e succo di arance di Sicilia. La dieta dei poveri era a base di pane scuro e formaggio, con un po’ di carne ogni tanto. Le verdure erano riservate a chi non poteva permettersi di meglio.
La birra era la bevanda preferita, bevuta anche a colazione, e i problemi di alitosi erano curati con il tabacco, del resto ottimo anche nella prevenzione della peste.
Il numero di portate che si potevano consumare era regolato per legge. A un cardinale erano permesse 9 portate, mentre chi guadagnava meno di 40 sterline l’anno (quasi tutti) poteva avere 2 portate e 1 minestra.
Dopo la rottura di Enrico VIII con Roma, il consumo di carne di venerdì non fu più punibile con l’impiccagione, ma chi mangiava carne cruda durante la Quaresima rischiava tre mesi di prigione. Alcune carni leggere quali vitello, pollo e pennuti erano considerate pesce.
A pesca nel Tamigi, fra stupore e spavento
Nel Tamigi si pescavano, fra stupore e spavento, trote, anguille, passere, gamberi, abramidi, barbigli, cavedani… ogni tanto comparivano anche delfini, pesci spada e una volta una balena rischiò di incastrarsi fra le arcate del Ponte di Londra. |
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Assaggi di Teatro 2010-2011 è un incontro di gusto fra Roma gourmet e Teatro realizzato da Roma gourmet, Comune di Torino, in collaborazione con Teatro Stabile Torino, Camera di Commercio di Torino, con il contributo della Fondazione CRT e con il supporto dell’Enoteca Regionale dei vini della provincia di Torino.
Patrocini: Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali
Regione Piemonte, Provincia di Torino.
Sponsor: Lavazza, Forcella. Sponsor tecnico Babayaga |

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assaggi di teatro 20[10-11] torino
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Alfredo Russo dedica per Assaggi di Teatro a Filippo di Vittorio Alfieri… la “Frittata” con polvere di ortica (e tartufo)
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ricetta dello chef
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“…non mancavo di provvisione, e di più facevo delle minestre di ortiche… e le trovò così buone che tutto il viaggio, dove si fermavano, bisognava subito corere cercarne”
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< Lettera di Elia, che cucinava le ortiche per Alfieri |
Assaggi di Teatro si ispira a Filippo di Alfieri, regia V. Binasco in scena al Teatro Carignano di Torino a novembre 2010

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“Nessuno, olà, qui d’inoltrarsi ardisca” intima Filippo, il tiranno manipolatore e avido di potere. E il coraggio non manca ad Alfredo Russo, lo chef che collabora con Assaggi di Teatro alla realizzazione di questa performance: anche lui è manipolatore, ma solo di ingredienti gastronomici, esaltati nei loro sapori peculiari. Ecco allora la più comune delle preparazioni, la frittata, rielaborata, riscattata e trasfigurata in un distillato di sapori e profumi che dal Piemonte si aprono a più vasti orizzonti, con sapide e giocose citazioni ai gusti di Vittorio Alfieri, goloso, come emerge da un carteggio, di ortiche e di tartufo piemontese. “Solo tu puoi romper senza noi le leggi”, recita ancora il dramma alfieriano, ma Assaggi di Teatro si limita a romper dei gusci le uova.
Maria Luisa Basile
(riproduzione vietata)
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Fotografie piatti © Roma gourmet Riproduzione vietata salvo autorizzazione |
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Calendario 2010 ^
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^^L’ortica |
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^ Regali gourmet 2010 ^ |
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La “frittata” si gusta a novembre 2010 al ristorante Dolce Stil Novo alla Reggia di Venaria Reale (TO) su prenotazione (info 011.4992343) con un omaggio >>
<< Scoprite gli abbinamenti alla ricetta proposti dalla Enoteca Regionale dei vini della provincia di Torino e le curiosità dal mondo del vino
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Storie di drammi
e di cavalli |
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Filippo è il primo dei quattordici drammi scritti da Vittorio Alfieri (“…io mi andava pure davvero infiammando del per me nuovo bellissimo ed altissimo amor di gloria”), molti dei quali andarono in scena proprio al Teatro Carignano. Alfieri, che per concentrarsi sul lavoro si faceva legare alla sedia dal servitore Elia (lo stesso che per lui andava in cerca di ortiche), collezionò altrettanti cavalli “arrivai a quattordici, come pure a quattordici aveva spinte le tragedie” e pensando al rapporto fra drammi e quadrupedi “ridendo mi dicea: tu ti sei guadagnato un cavallo per ogni tragedia”.
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Assaggi di Teatro 2010-2011 è un incontro di gusto fra Roma gourmet e Teatro
realizzato da Roma gourmet, Comune di Torino, in collaborazione con Teatro Stabile Torino, Camera di Commercio di Torino, con il contributo della Fondazione CRT e con il supporto dell’Enoteca Regionale dei vini della provincia di Torino.
Patrocini: Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali
Regione Piemonte, Provincia di Torino.
Sponsor: Lavazza, Forcella.
Sponsor tecnico Babayaga
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La merenda gourmet del fanciullo ingenuo
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Riccardo Di Giacinto racconta che da bambino la merenda preferita era a base di acciughe e burro. La rielabora in una ricetta di gusto moderno, dedicandola al fanciullo e ai colori della tela caravaggesca
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Il giovane ha un viso tondo e un po’ stolto sotto il cappello piumato. Indossa una giubba ocra e ha lo sguardo ammaliato dagli occhi della bella zingara dal candido turbante e il sorriso finto, tanto da non accorgersi del gesto con cui lei, mentre gli legge la mano, gli sfila l’anello. La scena è emblema del perpetuo e universale gioco dei sensi tra donna e uomo, dell’eterno inganno. I colori della tela, ocra, bianco, rosso sono ripresi dalla merenda dell’infanzia dello chef Riccardo Di Giacinto a base di acciughe e burro, trasformata in uno stuzzicante Carpaccio di acciughe con bianco di zucchine crocchette di burro d’alpeggio e pomodorini passiti. (MLB)
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<< I carciofi di Caravaggio >>
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“Non so qual sia più maga / O la donna, che fingi / O tu che la dipingi / Di rapir quella è vaga / Coi dolci incanti suoi / Il core e’l sangue a noi. / Tu dipinta, che appare / Fai, che viva si veda. / Fai, che viva e aspirante altri la creda.” Madrigale composto per il quadro da Gaspare Murtola |
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Dario Fo, nello spettacolo teatrale dedicato a Caravaggio, una mostra impossibile (2005), ricorda come l’immagine della Buona ventura sia stata usata anni fa per reclamizzare una banca. “La buona ventura vi aspetta” diceva la didascalia del manifesto, incoraggiando a versare i propri risparmi in cambio di una grande fortuna. Ai pubblicitari era probabilmente sfuggita la vera rappresentazione dell’opera: un furto. E si diverte Fario Fo a invertire anche il messaggio pubblicitario della banca: “Attenti, qui col pretesto di promettervi la fortuna, la banca vi scippa dei vostri beni!”. |
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Caravaggio, una mostra impossibile  |
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Buona ventura di Caravaggio
è esposta alla Pinacoteca Capitolina di Roma |
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Bibliografia caravaggesca |