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La cicoria di Fellini

“La cicoria…
è amara…””mbè, ma questo è il suo buono,
è un amaro simpatico, è proprio come i romani che sembra che ti respingono e invece te vonno bene…””…ripassata in padella col peperoncino è la fine del mondo…”

Dialogo dal film Intervista
di Federico Fellini

“Annamo a fa’ cicoria” non si dice più, ma il detto evoca in un tempo in cui la si raccoglieva nei campi, dove cresceva spontanea e saporita, per cucinare un antico piatto di cucina romana molto apprezzato ancora oggi. Questo contorno si prepara facilmente pulendo bene la cicoria, che va poi lessata in abbondante acqua salata e quindi versata nel soffritto di olio e aglio. Si dà il tocco finale aggiungendo peperoncino e sale.
La cicoria è anche conosciuta come dente di cane, dente di leone, soffione, cicoria selvatica, cicoria asinina, grugno di porco, ingrassaporci, insalata di porci, erba del porco, brusaoci, pisciacane, lappa, missinina, girasole dei prati.

Fonte fotografia: wikipedia

 

Aglio

aforismi*gourmet

L’aglio (Allium sativum) è una pianta erbacea perenne alta fino a un metro con folte schiere di estimatori e altrettanti detrattori, respinti dall’odore acre e pungente (dovuto all’allicina, un’essenza sulforata che impregna l’alito di chi lo mangia crudo).
Gli spicchi hanno la faccia dorsale convessa e, a gruppi di 5-20, sono inseriti sul fusto, dove formano il bulbo (o capo o testa). La testa d’aglio è avvolta e protetta da una serie di sottili foglie dette tuniche sterili.
Le virtù terapeutiche dell’aglio sono numerose. Il bulbo contiene vitamine A, B1 e B2, C, sali minerali e oligominerali. Il succo fresco dell’aglio esercita azione antisettica e combatte numerosi germi. L’aglio è antidiabetico, espettorante, tonico, vermifugo e callifugo.

Plinio scrive che, se mangiato cotto, l’aglio allevia l’asma e guarisce addirittura epilessia e malattie mentali.
L’aglio è coltivato dall’autunno all’inizio dell’estate e predilige terreni sciolti, fertili, in grado di garantire un rapido smaltimento delle acque piovane.
Gli agli bianchi (quale il “Bianco piacentino”) sono i più diffusi e si prestano alla conservazione. Alcuni, come l’aglio di Alzano Scrivia nell’alessandrino, spiccano per l’ottima digeribilità. Gli agli rossi (quali il “Rosso di Sulmona” e il “Rosso francese”) sono caratterizzati da un ciclo più breve di circa tre settimane e da bulbi più grossi ma meno adatti alla lunga conservazione e quindi idonei al consumo immediato.
In cucina l’aglio è usato in insalate e bruschette. Si aggiunge poi in sughi, stufati, nella preparazione di insaccati (salame, pancetta) e nell’industria conserviera per antipasti sott’olio.
Amuleto e talismano
Le credenze popolari rendono l’aglio un potente talismano capace di garantire dai malefici. La funzione di amuleto è tipica delle piante del sottosuolo, sacre agli dei inferi che nella tradizione precristiana mediterranea non avevano valenza negativa ma impersonavano le energie telluriche positive
.
...
Inglese: garlic; Francese: ail; Spagnolo: ajo; Tedesco: Knoblauch

Agli e fravagli
fattura che non quagli.
Corne e bicorne
capa ‘alice e capa d’aglio.
(invocazione napoletana antijettatoria)

In Egitto i faraoni davano l’aglio agli schiavi che erigevano le piramidi per preservarli dalle infezioni. Alfonso di Castiglia lo detestava al punto da proibire ai cavalieri  del suo ordine di presentaris a corte o comunicare con altri cavalieri per un mese nel caso avessero mangiato aglio o cipolle.

L’aglio interpretate dagli chef per Roma gourmet

Impepata di cozze destrutturata
ricetta chef
Giulio Terrinoni

ristorante
Acquolina, Roma

altri Frammenti di un discorso gourmet:

La foto in alto a destra con maiale e fragole è tratta da Adriano Del Fabbro, L’arte della Norcineria

 

Biete – Coste

aforismi*gourmet

Le biete (anche chiamate bietole o coste) sono una varietà di barbabietole da orto della famiglia delle Chenopodiacee.
Delle bietole da coste (o coste) si consumano sia le foglie sia le coste fogliari (ossia la parte iniziale delle foglie, bianca e più spessa). Nelle altre (dette anche bieta erbetta) prevalgono le foglie che vengono consumate come gli spinaci.
Come tutte le verdure a foglia di colore verde scuro, la bietola contiene grandi quantità di vitamina A (fino al 40% della razione giornaliera raccomandata) e vitamina C.
La bieta erbetta si può lessare o cuocere al vapore come gli spinaci. Per cuocere le coste, invece, bisogna dividere le coste fogliari dalle foglie e cuocerle separatamente, poiché i tempi di cottura sono molto diversi: 5 minuti per le foglie, 15-30 minuti per le coste (a seconda dello spessore).
Ricca di minerali, la bieta contiene Calcio, Ferro, Fosforo, Magnesio, Potassio, Rame, Zinco. Calorie: 17 KCal ogni 100 gr.
Il periodo di semina della bieta è compreso tra febbraio a settembre e la raccolta va da luglio all’autunno inoltrato. Gli esperti  consigliano di irrigare abbondantemente dopo ogni taglio delle erbette. La bieta colorata «Hybrid F1 Bright Light», oltre che di buon sapore, svolge funzione decorativa nei giardini.

Le biete interpretate dagli chef per Roma gourmet

Raviolini di manzo e biete con gamberi rossi foglioline di spinaci e spuma di pepe verde e menta
ricetta Chef Anthony Genovese ristorante Il Pagliaccio, Roma

altri Frammenti di un discorso gourmet:

La foto in alto a destra con maiale e fragole è tratta da Adriano Del Fabbro, L’arte della Norcineria


Il segreto del raviolo

I segreti dello chef Davide Oldani per non far uscire dalla cucina ravioli malconci, frantumati, rotti
“Ho imparato che per conservare i ravioli correttamente, nel breve lasso di tempo che va dalla preparazione al servizio in tavola, in modo che non si aprano durante la cottura, occorre tirare la sfoglia e farcire il raviolo.
La pasta deve mantenere una grande elasticità, bisogna evitare che si secchi.
Poi si adagiano su una piccola griglia e si mettono nel forno a vapore a cento gradi per un paio di minuti.
Questo veloce procedimento impermeabilizza la farina e permette di “buttare” i ravioli nell’acqua bollente e poterli toccare con la schiumarola senza che si sfascino…
Il segreto vero sta nel modo di far uscir l’aria. Che deve uscire tutta, altrimenti in cottura il raviolo si gonfia e si spacca.” Dal libro Davide Oldani, Cuoco andata e ritorno

Piccoli musei – Achille Pinelli

La Roma dell’800 al Museo di Roma

L’altro giorno un turista, un inglese, prendendo le statue equestri di Carlomagno e di Costantino per quelle di San Pietro e San Paolo ha chiesto a un altro quale dei due cavalieri fosse San Paolo. La risposta è stata: “Credevo che San Paolo non fosse più rimontato a cavallo dopo quello che gli è successo”.
George Byron, Lettere

L’artista Achille Pinelli…
… nato a Roma nel 1809 e figlio del più noto Bartolomeo, nella sua breve vita fu uno dei protagonisti del mondo artistico romano dell’Ottocento. I suoi acquerelli offrono una preziosa testimonianza di un’epoca nella quale non esisteva ancora la fotografia a riprodurre la realtà e documentano in modo vivace e colorato aspetti della città ormai scomparsi o cambiati nel tempo. 
Gli acquerelli…
… dell’artista sono spesso animanti da vivaci scene di vita popolare romana quotidiana, stemperate da toni cromatici armoniosi e accenti di delicato realismo. Ne sono pittoreschi esempi le tavole che ritraggono le allegre popolane sulla Carrettella delle Ottobrate, la festa dei montanari abruzzesi davanti a Santa Maria della Scala che culmina nel “ballo dell’orso”, le lavandaie che si accapigliano davanti a San Silvestro in Capite. L’artista si sofferma anche su mestieri e commerci, ritraendo con grande attenzione ai dettagli la bottega del ciabattino, il cocomeraio a Piazza Navona (foto), il mercante di erbe a Piazza Barberini e i venditori di aglio a San Lorenzo in Lucina il pescivendolo davanti a San Carlo al Corso, il friggitorie di frittelle, il”carnaciaro” (venditore di carne per animali) davanti a Santa Maria Egiziaca. La compenetrazione fra scene di vita e architettura è tale che non si sa più distinguere tra fondale e azione: monumenti e vita quotidiana si stemperano e si fondono gli uni nell’altra.
La curiosità
Particolare attenzione è dedicata ai diversi tipi di abbigliamento, sempre riprodotti in modo dettagliato che si tratti di persone del popolo, commercianti, borghesi o religiosi. Gli ecclesiastici, in particolare, sono spesso ritratti con bonaria vena satirica, come nella scena che, sullo sfondo della chiesa di San Vitale, abbraccia il venditore di tacchini e i novizi Gesuiti timidamente incuriositi da una donna che allatta.
Il palazzo…
… è il Settecentesco Palazzo Braschi, residenza realizzata dall’architetto Cosimo Morelli per il nipote di Pio VI nel cuore della Roma Rinascimentale, fra Campo dei Fiori e piazza Navona
Contiene…
… più di 100.000 opere che aiutano a comprendere la vita artistica e sociale di Roma dal Medioevo agli inizi del Novecento. Le raccolte comprendono i 200 acquerelli realizzati da Achille Pinelli nella prima metà degli anni ’30 del XIX secolo e che possono essere ammirati su richiesta.

Locali segnalati dalla Guida Roma-gourmet nelle vicinanze
Pasticceria Josephine Bakery
Il Convivio Troiani
Il Pagliaccio

Info Museo di Roma
Piazza San Pantaleo 10
Roma – Piazza Navona
Come arrivare:
Bus 64 Fermata Corso Vittorio Emanuele
Orari: 9.00 – 19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)
24 e 31 dicembre 9.00 – 14.00
Giorno di chiusura: lunedì
Tel. +39 06. 0608
Ingresso: a pagamento
Biglietto intero 6.50 euro – ridotto 4.50 euro
sito web: museodiroma.it
Bookshop: si
Biblioteca

Grandangolo

San Pantaleo, Campo dei Fiori, Piazza Navona

Achille Pinelli’s Rome: Museum of Rome

Achille Pinelli…
… was born in Rome in 1809 (son of the famous Bartolomeo) and in its short life he was one of the protagonists of the Roman artistic world of Nineteenth Century.  Its watercolors offer  us a precious deposition of a period in which didn’t still exist the photography to reproduce the reality and they document in lively and coloured manner some town corner vanished or changed. 
The watercolor…
… portray stages of Roman daily popular life, diluted by harmonious chromatic tones and accents of delicate realism.  Some picturesque examples are the tables that portray popular women on the “Carrettella delle Ottobrate”, the party of the Abruzzi people before S. Maria della Scala that culminates in the “bear dance”, the laundresses that quarrel before San Silvestro in Capite.  The artist has also attracted by occupations and commerce and reproduce with caution to the details the shop of the cobbler, the watermelon seller to Piazza Navona, the merchant of grasses in Piazza Barberini and the vendors of garlic in San Lorenzo in Lucina, the fish merchant before San Carlo al Corso, the fried-food merchant, the” carnaciaro” (vendor of meat for animals) before Santa Maria Egiziaca.  The permeation between stages of life and architecture is so perfect than it is difficult to distinguish between backdrop and action: monuments and daily life dilute and melt themselves. 
The palace…
… is the Eighteenth-century Palace Braschi, residence realized by the architect Cosimo Morelli for the grandchild of Pious VI in the heart of the Rome of Renaissance, between Campo dei Fiori and Piazza Navona.
The Museum shows…
… more of 100,000 works that help to know the artistic and social life of Rome since the Medieval age to the beginnings of the Twentieth Century.  The collections include the 200 watercolors realized by Achilles Pinelli in the first half of 1830.T they can be admired on request. 
Curiosities… kindle the visitor
The artist dedicates caution to the different types of clothes, always reproduced in detailed manner.  The ecclesiasticals are often retracted with kind satiric vein, like in the watercolor that embrace, on the background of the church of San Vitale, the vendor of turkeys and the young Jesuits curious for a woman that nurses.



Neighbourhood Gourmet addresses
Pasticceria Josephine Bakery
Il Convivio Troiani
Il Pagliaccio

Museum address and Info
10 San Pantaleo Place
Rome
How to arrive:
Bus 64
Timetable: Tuesday – Sunday 9.00 am – 7.00 pm (the ticket office closes an hour in advance)
24th and 31st December 9.00 am – 2.00 pm
Monday closed
Tel. +39 06. 0608 
Full Ticket 6.5 euro – Reduced Ticket 4.5 euro
web site:  en.museodiroma.it
Bookshop: yes
Library

Wide angle
San Pantaleo, Campo dei Fiori, Piazza Navona

O eteree, o molli

Assaggi di Teatro
Esse le idee ci dànno, la dialettica, la ciurmeria, l’ingegno, la chiacchiera, il ghermire concetti, il dar nel segno!… O eteree, o molli!” Aristofane, Le nuvole
gallery

nuvole
ricetta

Anthony Genovese e Marion Licthle interpretano per Assaggi di Teatro Le nuvole da Aristofane al ristorante Il Pagliaccio dal 22 gennaio con… Raviolini di manzo e biete con scampi, spinaci e spuma
di pepe e menta


– – –

indice ADT 2009

Vanno, vengono, certe volte sono bianche, per Fabrizio de Andrè o verdi, per Anthony Genovese e Marion Lichtle che, lasciandosi instillare l’idea dall’opera di Aristofane, dedicano ad Assaggi di Teatro i saporosi raviolini. Sono gonfi di una farcia che come le nuvole muta a piacere delle stagioni, li incorona una spuma di pepe verde e menta e fluttuano su un cielo di porcellana bianca. O eterei o morbidi. (MLB)

<< Colleziona le Cartoline Assaggi di Teatro con i piatti dedicati dagli chef agli spettacoli del Teatro di Roma
Assaggi di Teatro si ispira allo spettacolo Le nuvole da Aristofane, regia Antonio Latella (teatro Argentina Stagione 2009-2010 Roma)

Assaggi di Teatro 2009-2010 è un incontro di gusto
fra Roma gourmet e Teatro di Roma
realizzato con Assessorato alle Politiche della Cultura
e della Comunicazione del Comune di Roma per i teatri Argentina e India

 

promotori
patrocini
main sponsor

e

sponsor

sponsor tecnici

Babayaga

 

Ricette degli chef – pasta

Raviolini di manzo e biete con gamberi rossi
foglioline di spinaci e
spuma di pepe verde e menta

ricetta degli Chef Anthony Genovese e Marion Lichtle – ristorante Il Pagliaccio – Roma
dedicata a Le nuvole da Aristofane per “Assaggi di Teatro

[continua]

Arte nelle nuvole

Fare click sui quadratini per visualizzare le opere di Turner, Munch, Durer, Boldini, Reni, Corot, Botticelli, Goya, Monet, Brueghel…
Le nuvole sono il simbolo della cortina che elude la sommità della montagna dove dimorano le divinità. Nel cielo le nuvole rappresentano anche il trono di Dio nel Giorno del Giudizio.
Nelle religioni primitive, le nuvole sono il simbolo della fertilità perchè rovesciano la pioggia sulla terra arida e di conseguenza sono la dimostrazione dell’opera di Dio.
In araldica le nuvole si rappresentano azzurre o d’argento e, generalmente, sostengono mani benedicenti o bracci armati.
Nell’Islam sono il simbolo della inacessibilità di Allah prima della manifstazione.

Piccoli musei

Sala degli Animali ai Musei Vaticani

Il gusto di La Fontaine

Aveva un certo tale una gallina,
che faceva ogni giorno un uovo d’oro.
Credendo che la bestia peregrina
Chiudesse in grembo qualche gran tesoro,
l’uccise, e aperto il fianco,
la sua gallina simile trovò
a tutte le altre che fan l’ovo bianco,
così ei stesso il suo danno procacciò.
La gallina d’oro di Jean de La Fontaine

La pagina è in costruzione


Piccoli musei


Lo Scalone del Valadier a Palazzo Braschi

Breve storia di una vita lunga cinque secoli

Il Palazzo risale alla fine del Settecento ma la sua storia è molto più antica.
Fu eretto alla fine del XV secolo demolendo una casa torre appartenuta a Cencio Mosca.
Nel 1501 vi andò ad abitare il cardinale Oliviero Carafa che pose sull’angolo del palazzo la famosa “statua parlante” Pasquino visibile (e ciarlante) ancora oggi.
La dimora arrivò al culmine dello splendore nella seconda metà del Seicento, quando vi abitò il Duca di Bracciano, don Flavio che vi raccolse un’importante collezione di dipinti e sculture. Opere di Tiziano, Tintoretto, Annibale Carracci, Federico Zuccari.
In seguito il palazzo passò ai Colonna e ai Caracciolo per essere poi acquistato nel 1790 da papa Pio VI Braschi per i nipoti che aveva adottato per garantire continuità al casato. Furono demoliti il vecchio edificio e le case circostanti e l’architetto Cosimo Morelli progettò un nuovo palazzo, abitato da Luigi Braschi Onesti duca di Nemi e dalla moglie Costanza Falconieri e splendidamente arredato con una collezione di moderne pitture e di antiche sculture trovate negli scavi dei feudi di famiglia.
All’arrivo dei francesi a Roma nel 1798, il papa fu deportato oltralpe il duca imprigionato e il Palazzo saccheggiato. La maggior parte delle opere furono portate in Francia o vendute e si salvarono solo alcune sculture, tra le quali l’Antinoo, poi acquistato dalla Santa Sede.
Nell’Ottocento le vicissitudini e i passaggi di proprietà furono svariati, come pure le destinazioni: teatro (vi fu rappresentato Il ventaglio di Goldoni), sede provvisoria del Ministero degli Interni, alloggio degli sfollati nel dopoguerra e, infine, sede del Museo di Roma.


Palazzo Braschi si eleva su una pianta trapezoidale fra via Pasquino, piazza Navona, via della Cuccagna e piazza – e via – di San Pantaleo, su cui si affaccia il portone principale adornato con un Borea che soffia su un giglio, elemento araldico dei Braschi. Il cortile al quale si accede è di ispirazione vanvitelliana: rettangolare, bugnato a pianterreno e all’ammezzato, con finestre architravate.
Dall’atrio si arriva allo splendido Scalone del Valadier che per le due rampe usò 18 colonne di granito rosso dell’ospedale di Santo Spirito, originarie probabilmente della villa di Agrippina del I sec. d.C. Lo Scalone è adornato da statue e decorazioni in stucco di Luigi Acquisti che si ispirò a episodi dell’Iliade, consigliato da Vincenzo Monti che, oltre a tradurre il poema Omerico, visse nel palazzo come segretario del Duca.
Il Valadier realizzò anche la Cappella con colonne in alabastro e volte a stucchi.

Indirizzi golosi segnalati dalla Guida www.roma-gourmet.com nelle vicinanze:
enoteca Cul de sac
caffetteria libreria Feltrinelli Torre Argentina
ristorante Il Pagliaccio

 

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Aforismi gourmand

*Se t’inganno, prego el
cielo de perdere quello
che gh’ho più caro:
l’appetito.
* Arlecchino
servitor di due padroni

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Viaggio gourmet
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di Michelangelo
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